lunedì 22 agosto 2011
Il mio amico Adelmo – che la sa lunga – ogniqualvolta si va su certi discorsi, finisce sempre con il solito refrain: “è inutile discutere: siamo in un mondo materialista”.
Secondo me ha capito male: viviamo in un mondo regolato dalla metafisica, dominato dai filosofi.
In questa straordinaria epoca, tutto è perfetta sostanza se proviene dal mondo delle idee.
Tutto è illusione se scaturisce dalla materia. La verità è nel verbo.
Nella realtà e nell'esperienza alligna solo l'illusione.
Tanto è vero che il verbo più usato dai “filosofi di Stato” è percepire: povertà, sicurezza, inflazione, ricchezza.
Tutto non è constatato, ma percepito.
Il popolo vive nell'inganno. Il filosofo solo conosce la verità.
La verità che egli può spargere sul popolo è distillata in gocce omeopatiche, in modo che il ristretto comprendonio delle masse non se ne abbagli.
Questo è ciò che pensano gli attuali padroni del mondo, che sembrano presidenti di nazioni, amministratori di multinazionali, segretari di partiti, ma sono in verità filosofi, dottori della metafisica.
Va umilmente spiegato ai metafisici che la percezione è un'esperienza sensoriale mendace, fallace e volgare.
La verità risiede, per esempio, nella povertà scientificamente rilevata, nella statistica Istat.
Non sfugge ai filosofi che governano questo paese che l'insubordinazione delle masse alla verità del Verbo è foriera di anarchia.
Il nocciolo è questo: il mondo può essere governato in modo impeccabile solo se i popoli sono finalmente disposti a riconoscere la loro incapacità a distinguere ciò che è vero da ciò che loro percepiscono.
Non esiste nell'economia classica il concetto di povertà percepita, essa è parto della cosiddetta economia creativa, la più grande conquista intellettuale di questo millennio.
Questo concetto è stato mutuato in verità dalla meteorologia.
Quando forniscono le previsioni, i metereologi danno sempre due informazioni: la temperatura oggettiva e quella percepita.
Perché 40 gradi sono molto diversi se l'umidità è, ad esempio, al 10% o al 90%, o se sono vissuti nel cuore di una montagna o nel centro di una metropoli.
Se voglio andare a Rio de Janeiro o a Vladivostok, ciò che mi serve sapere è che là la temperatura percepita sarà di +48 gradi e -30, qualunque cifra segni la colonnina del termometro.
I metereologi accordano all'esperienza sensoriale un'importanza assoluta, da privilegiare rispetto al dato puramente statistico, e naturalmente fanno bene se vogliono che il loro lavoro serva a qualcosa per la gente.
I filosofi di governo hanno rubato il concetto e lo hanno usato come sanno meglio fare: per servire se stessi.
Provate solo per un attimo a riflettere, provate a chiedervi quanto di ciò che provate, sperimentate, vivete e patite, vi sia negato come verità in nome di una verità superiore che non siete destinati a conoscere se non per bocca di quelli che dicono di possederla.
E vi governano.
Qui e nel mondo intero.
Provate a pensare cosa accadrà della nostra vita intelligente e della stessa nostra libertà, quando il governo dei filosofi sarà universalmente realizzato e operante...
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